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ANNO SIDERALE, ANNO TROPICO E PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI
Ipparco, confrontando le coordinate eclittiche di alcune stelle con quelle determinate circa un secolo e mezzo prima da Timocari e Aristillo rilevò che le loro latitudini celesti erano invariate mentre la longitudine era aumentata. Ne dedusse che il punto g ( dal quale originano le ascensioni rette delle stelle) si era spostato sull’eclittica in senso retrogrado ( verso orario visto dall’emisfero nord). Oggi sappiamo che il punto g col movimento di precessione sull’eclittica va incontro al Sole e ogni anno anticipa di 50",26 di longitudine celeste il luogo dove avviene l’equinozio. E’ come se in un circuito automobilistico a ogni giro si anticipasse l’arrivo. E’ quasi ovvio che ciò non influisca progressivamente sul tempo di percorrenza poiché la lunghezza del percorso tra due equinozi primaverili non varia, ma l’inizio del giro successivo è anticipato (vedi disegno seguente).
In pratica il tempo impiegato dal Sole a percorrere un giro completo dell’eclittica (anno siderale) è di 365,256360 giorni solari (365g 06h 09’ 09",5 circa) che è maggiore rispetto a 365,242190( anno tropico medio 365g 05h 48’45",2 circa) del tempo necessario al Sole per percorrere lo spazio che intercorre tra due equinozi di marzo. Infatti la differenza risultante di 1224s,3 è il tempo impiegato dalla Terra a percorrere l’arco di orbita corrispondente a 50",26 di eclittica generati dal movimento di precessione in un anno tropico. )Vedi immagine che segue.
Ipparco per conoscere con precisione il momento dell’equinozio usava un cerchio posto parallelamente all’equatore cioè inclinato rispetto all’orizzonte di un angolo pari alla colatitudine. Solo all’equinozio quando il Sole si trova all’equatore, l’ombra del cerchio è una retta. Più avanti vedremo come quel cerchio possa essere considerato il "genitore" di gran parte degli orologi solari.
Fu però Newton (1642-
In pratica il moto di rotazione terrestre è simile a quello di una trottola: l’asse polare ruota intorno a quello dell’eclittica mantenendo la sua distanza sferica di 23°27’. Si tratta di una variazione millenaria che non influenza la durata dell’anno solare, ma solo gli orientamenti delle stelle. Si ritiene invece che lo spostamento dell’asse terrestre pur non influendo sulle variazioni climatiche nel breve periodo incida su quelle a livello geologico . Questo moto, combinato con lo spostamento della linea degli apsidi (quella che congiunge
Gli orologi solari non sono influenzati dalla precessione degli equinozi che aumenta la longitudine celeste delle stelle e fa variare le loro declinazioni e ascensioni rette .
In alcuni orologi solari un poco più complessi spesso la rete oraria è attraversata dalle linee di declinazione del Sole (le coniche di Apollonio) che ne segnano l’entrata nei vari segni dello Zodiaco lungo il suo percorso annuale. La punta dello gnomone ortogonale oppure di quello polare opportunamente dotato di un nodo oppure di un foro gnomonico mostrano il movimento del Sole percorrendo le linee diurne disegnate sul quadrante.Così, l’orologio funge anche da calendario, in alto la curva del solstizio invernale quando il Sole con declinazione -
L’asse del Mondo essendo solidale e perpendicolare all’asse dei nodi equinoziali ruota intorno al polo nord dell’eclittica, dal quale dista 23° 27’, in un periodo di 26.000 anni circa . Oggi il polo nord celeste si trova a circa 1° dalla stella polare tra 10.000 anni punterà Daneb nella costellazione del Cigno, tra tredicimila anni si allineerà a Vega nella costellazione della Lira.
I simboli che di solito sono apposti sugli orologi solari vicini alle linee di declinazione sono quelli dei segni zodiacali e non delle costellazioni. In pratica con la precessione le linee diurne di entrata nel segno restano invariate perché la durata dell’anno misurata tra due equinozi è costante anche se il luogo dove essi si verificano cambia posizione sull’eclittica. Lo slittamento dei nodi equinoziali riguarda solo le costellazioni (e le altre stelle) che vediamo in cielo le cui longitudini eclittiche aumentano continuamente seppure in modo impercettibile.
Quando l’ombra dello gnomone ritornerà sulla linea equinoziale di marzo, inizierà un nuovo anno tropico (dopo 365,2421…giorni). Non è il caso qui di entrare nella problematica dei calendari basta notare che i decimali arrotondati a venticinque centesimi significano un quarto di giorno come conteggiavano all’epoca di Giulio Cesare. Si stabilì che l’anno civile fosse di 365 giorni e ogni quattro anni si recuperasse un giorno (anno bisestile). In realtà tale regola stabilita da Sosigene per il calendario giuliano si rivelò insufficiente ad accordare gli anni civili di 365,25 giorni con quelli tropici di 365,2422. Ogni 128 anni la data dell’equinozio di marzo anticipava di un giorno. Al tempo del concilio di Nicea (325) cadeva il 21 di marzo e verso la fine del Cinquecento era all’11 di marzo. Papa Gregorio XIII fece riformare il calendario stabilendo che il giorno dopo il 4 ottobre 1582 fosse il quindici così accordando l’anno tropico con l’anno civile e stabilendo nuove regole per il mantenimento di tale concordanza a venire tutt’ora applicate.